...una scarpa per correre
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Ormai è nota a tutti l’importanza di utilizzare una
calzatura specifica per correre, ma molti ancora non sanno
che esistono scarpe specifiche per ogni utilizzo e per le
diverse caratteristiche personali.
Esistono quattro categorie:
- corsa su strada,
- corsa su pista,
- corsa fuoristrada
- e walking.
All’interno di queste tipologie di calzature, e in
particolare nella prima, esistono diverse sottocategorie
specifiche. La prima valutazione da fare nella scelta della
calzatura è la velocità di corsa. Sintetizzando, per correre
ad alta velocità su strada si usano scarpe poco
ammortizzanti e leggere mentre per correre piano è bene
avere un buon ammortizzamento tipico delle scarpe più
pesanti.
Andando nello specifico a titolo indicativo possiamo dire
che quando si corre a velocità con tempi inferiori a
3’20” al km si usano scarpe della categoria
“superleggere A1”, dai 3’20” ai 4’ le scarpe ideali
sono le “intermedie A2” mentre sopra i 4’ si usano le
“massimo ammortizzamento A3” o “antipronazione A4”.
Questi ultimi due gruppi comprendono il 90% delle scarpe
utilizzate dai podisti.
Bisogna inoltre analizzare l’appoggio del piede nel momento
di massimo impatto con il terreno.
Nel 70% dei podisti è presente un’inversione verso l’interno
che è chiamata pronazione ed è riscontrabile durante la corsa
facendo osservare il movimento del piede da un amico. Nei pronatori che corrono con una scarpa priva di sostegno
antipronazione si può anche notare una compressione della
parte interna dell’intersuola ed un consumo accentuato della
suola sottostante.
Ulteriori dati da prendere in considerazione sono il peso
corporeo e la tendenza ad incorrere in infortuni: più
elevati sono, più la scarpa deve essere ammortizzante e di
conseguenza pesante.
Anche all’interno delle quattro classi menzionate
precedentemente vi sono calzature diverse che si adattano
alle diverse morfologie di piede (largo, stretto, cavo,
piatto,…) e più o meno ammortizzanti e leggere per
consentire passaggi graduali tra le categorie.
Infine è bene sfatare un luogo comune: se può
sembrare logico che una scarpa superleggera consenta di
correre più veloce, nella realtà dei fatti spesso non è
così, anzi il loro utilizzo è per i più controproducente.
Infatti una scarpa secca (caratteristica delle superleggere
A1 e di alcune A2 da gara) permette un migliore sfruttamento
dell'elasticità dei nostri muscoli solo in caso si abbia un
appoggio abbastanza veloce (quindi si corra forte) ed una
buona sensibilità/biomeccanica dei piedi che permetta di
sfruttare in tempo il ritorno di energia prima che si
esaurisca durante la rullata.
Se non si corre abbastanza velocemente non si è in
grado di sfruttare l'elasticità muscolare e quindi si
otterranno migliori risultati usando scarpe ammortizzanti
che fanno "faticare" meno la muscolatura. Questo perché il
vantaggio che deriva dalla leggerezza della scarpa è di gran
lunga inferiore allo svantaggio causato dal lavoro che i
muscoli devono fare per attutire gli impatti con il terreno
derivati dall’utilizzo di calzature troppo secche.